[L]isa

[L]-ISA

Appunti per viaggio. Con il viandante e i suoi colori

di Antonio Errico

… poi c’è la narrazione

Impulso. Affetto. Evocazione. Tracciati della Storia e tracciati di memoria. Percorsi psicologici e percorsi di ricerca che si intrecciano e vanno verso una scrittura che si compone di specularità, di stratificazioni, di un linguaggio figurale che annoda i piani dell’elaborazione psichica e di quella estetica.

E’ complesso, questo libro di Francesco Pasca: forse il più complesso fra i suoi libri. Lo ha tessuto con teorie e con forme espressive molteplici. Il lettore non tenti processi di interpretazione lineari. Si prepari da subito ai sentieri impervi, a ritornare spesso sui propri passi, a rintracciare nessi che scorrono sotterranei, a scandagliare la profondità dei concetti, a decifrare enigmi, a tentare di sbrogliare le trame, di sciogliere allusioni, riferimenti cifrati. All’interno di un accurato equilibrio formale, Pasca elabora un’oscillazione fra tempo presente e tempo passato, una dialettica tra l’oggetto e il soggetto della Storia, tra il senso che scorre sotterraneo e quello che si manifesta. Mi sembra che in questo libro tanto la parola in sé quanto la frase nella sua struttura, si carichino di una valenza simbolica di tempi, luoghi, fenomeni.

La dinamica testuale si configura come mimesi della dinamica temporale: il linguaggio si tende non tanto verso una rappresentazione del tempo quanto verso una coincidenza con il tempo. Pur nella consapevolezza dell’impossibilità, aspira ad assorbire le dimensioni temporali ed a farsene espressione autentica, scartando ogni mediazione operata attraverso la finzione. Si tratta di un processo di sperimentazione che probabilmente si fonda su teorie artistiche e su pensieri filosofici che Pasca indaga e scandaglia da anni, e che in questo lavoro assumono la valenza di sostrato culturale e concettuale, ma anche, direi, di essenza originaria della scrittura. Il racconto costituisce la testimonianza che gli accadimenti della Storia continuano a propagare i loro effetti sulle nostre visioni e sulle nostre interpretazioni del mondo. C’è un viaggio “per i tratturi della Storia”, in questo libro, un “ascoltare il colore nei segni voluti dalla Storia”, un ritornare a viverla, una tensione a fondere la Storia “con il nuovo e il diverso, anche attraverso l’indifferente e l’improbabile”. Il pensiero, la Storia, il linguaggio si protendono verso una simbiosi armonica per diventare spirito e corpo del testo, per cui il soggetto che narra si ritrova contemporaneamente coinvolto nelle tre dimensioni – il pensiero, la Storia, il linguaggio – e diventa il nucleo in cui esse si ricongiungono e si rigenerano. Poi c’è la narrazione. La narrazione, in questo testo, ha la funzione di servire il pensiero, la Storia e il linguaggio.

Nessuno dei tre elementi può trovare espressione se non è narrato: essi agiscono attraverso il racconto che, a sua volta, ha la funzione di chiamare l’Altro – il lettore – a partecipare ai fatti di pensiero, a quelli della Storia, a quelli del linguaggio. E’ la narrazione che genera l’interpretazione. Mi sembra di poter confermare qui, quello che ebbi modo di dire in una recensione del precedente, e recente, lavoro di Francesco Pasca, L’a-Thea (Uomo) di Nazareth. Considerata la complessità concettuale e stilistica della scrittura di Pasca, l’addensarsi di interpretazioni non solo diverse ma anche contrastanti diventa una conseguenza naturale. Anzi, con molta probabilità tra le intenzioni dell’autore c’è anche quella – forse non secondaria – di richiamare e provocare una pluralità di interpretazioni.

Da anni il suo lavoro è caratterizzato dalla costante ricerca del senso ulteriore. Il testo è in un continuo divenire, rigenerarsi, riprodursi. Se si volesse configurarlo in una formula, si potrebbe dire che è un’opera aperta, mai definitivamente conclusa, disponibile ad innesti, variazioni, rimodulazioni; è molteplice, proteiforme. In questo modo i significati si diramano, si amplificano, pur essendo sempre alla ricerca della corrispondenza tra auctor e res linguae, tra colui che scrive e quello che è scritto.  Quindi il linguaggio è soprattutto mediazione fra l’io scrivente e il mondo, tra il vivente e le denominazioni che si attribuiscono al vivente, tra reale e immaginario, pur nella consapevolezza che ogni immaginario costituisce una realtà del pensiero.

Sannicola, 11/11/2013

ESTRATTO

“Il ritratto più celebre al mondo, oltre ad essere summa dei tanti ritratti forniti da Leonardo per soggiogare le fantasie e far attribuire allo storico altra incertezza e al narratore di turno anche leggende, diventa la ragione di un ripensamento poetico.” Un viaggio affascinante nella pittura e nell’arte di Leonardo da Vinci e del suo capolavoro, un percorso con cui Francesco Pasca unisce l’odierno al passato, attingendo alla cosmologia, alla narrazione, dalla storia dell’arte al presente.

“All’interno di un accurato equilibrio formale, Pasca elabora un’oscillazione fra tempo presente e tempo passato, una dialettica tra l’oggetto e il soggetto della Storia, tra il senso che scorre sotterraneo e quello che si manifesta.” dalla prefazione di Antonio Errico

“Un viaggio parallelo tra la parola singolare del rifare l’arte nell’eterno presente, e il linguaggio universale della scienziata dimestichezza che pone nomi, categorie, cornici e che usa se stessa a salvaguardare l’arte con tutto il chimico processo che permette di fissare colori, ammorbidire luci e trafugare ombre all’ignoto.” dal commento di Gianluca Garrapa

Francesco Pasca è nato a Sanarica provincia di Lecce l’11 di giugno 1946. Si dedica dal 1980 alla progettazione del linguaggio poetico-visivo detto della Singlossia nel racconto. Nel 1979 aderisce al manifesto della Singlossia voluto dalla semiologa Rossana Apicella e con lei ne cura la stesura dando luogo alle numerose iniziative dette della stagione post-poetica visiva, dei gruppi poetici nazionali, degli underground ’80.

Nel 2005 ha pubblicato, “PAROLE SPARSE – se i pensieri affollano la mente è utile…” (Editrice 5Emme), per la Editrice Il Raggio Verde ha pubblicato nel 2008 “OTRANTO – il Luogo delle parole – dialogo virtuale sulla scrittura di pietra” e nel 2009 “EU-Tòpos – mi disegni una parola? – la parola nominata”. Nel 2011 ha pubblicato “Il Gesto – Giano: idea di fili senza spessore” per Lupo Editore. Nel 2013 ha pubblicato “L’a-Thea (l’Uomo di Nazareth)” Editrice Il Raggio Verde.

Attualmente con le scritture di S(pagine) La Fanzine di Mauro Marino e con ArteeLuoghi rivista culturale online http://www.arteeluoghi.it di Antonietta Fulvio.

“[L]-ISA. Appunti per viaggio. Con il viandante e i suoi colori”, Francesco Pasca
musicaos:ed, smartlitQ 03, ISBN 978-1503371088 , pagine 208